Giudice Aiello trattiene con forza avvocato inattivo nella causa Evarella Un difensore che non difende diventa lo strumento ideale per mantenere il processo sotto controllo
Nel procedimento 197/25, 891/25 contro la giornalista tedesca Evarella davanti al Tribunale di Termini Imerese si vede con chiarezza come la giustizia possa trasformarsi in farsa, quando l’obiettivo diventa proteggere colleghi e una Procura che ha agito in modo illegittimo.
Una calunnia, otto carabinieri, tre pubblici ministeri, un giudice – e un difensore d’ufficio che non muove un dito
I nomi sono noti:
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Manfredi Lanza, che ha firmato un decreto di perquisizione tanto illegittimo quanto infondato.
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Lorenza Turnaturi, che ha disposto l’arresto illegittimo.
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Brigida Lo Curto, che nell’udienza di convalida non solo ha insistito sul caso principale, ma ha tentato di introdurre un’ulteriore accusa basata su un’altra calunnia (causa 4195/23) della nota alimenese Daniela Scalisi – compagna del mafioso Salvatore Macaluso di Resuttano – avvalorata dai Carabinieri di Alimena, Petralia Sottana e Bompietro mediante omissioni e falsificazioni. Un procedimento che, dopo oltre un anno, non è mai approdato a rinvio a giudizio non perché mancassero soltanto gli elementi d’accusa, ma perché l’imputata aveva già prodotto prove concrete della calunnia di Daniela Scalisi e delle manipolazioni operate dai Carabinieri – che tuttavia è stato evocato per dipingere l’imputata come “pericolosa” e per tentare di aggravare la pena.
Infine, il giudice Alessandro Quattrocchi, che ha cercato di coprire tutto ciò – insieme al difensore d’ufficio, che ha fatto la cosa più comoda per la Procura: nulla.
Un "difensore" d’ufficio che ha chiesto egli stesso di essere esonerato dal mandato
Lo stesso "difensore" d’ufficio, Salvatore Di Liberti, ha chiesto formalmente di essere sollevato dall’incarico, sostenendo che l’imputata si rifiutava di collaborare con lui. In realtà, la ragione di tale rifiuto è evidente: di Liberti non ha mai esercitato alcuna attività utile alla difesa, omettendo persino gli atti più elementari:
- richiedere la traduzione degli atti
- la presenza di un interprete
- la sospensione dell’udienza in assenza di tali garanzie
- un colloquio difensivo preliminare
- l’indicazione della propria polizza professionale.
Ancora più grave, non ha mai chiarito che l’oggetto del presunto furto era un cane anziano e malato, rinchiuso in una rimessa/garage isolato e non abitato, circostanza che esclude in radice il reato di furto in abitazione e rende illegittimi il decreto di perquisizione, la perquisizione stessa, l’arresto e ogni successiva imputazione.
E anche qualora non ne fosse stato a conoscenza – proprio perché non aveva mai svolto un colloquio difensivo preliminare – restava l’evidenza che le indagini sul presunto furto non erano neppure concluse (e non lo sono neppure ad oggi, 18 settembre 2025) e non vi era alcun elemento idoneo a fondare un sospetto di reato penalmente rilevante.
Avrebbe dovuto chiedere già in sede di convalida il proscioglimento immediato; invece, con la sua inattività, ha di fatto coperto i provvedimenti illegittimi della Procura e dei Carabinieri e contribuito a tentare di far condannare un’innocente in un rito direttissimo – pur sapendo o quantomeno dovendo sapere – che era innocente.
In altre parole, non si trattava di un rifiuto pretestuoso da parte dell’imputata, ma della constatazione che il difensore nominato d’ufficio arrecava un danno anziché una difesa effettiva.
La nuova giudice: Maria Aiello
Dopo la ricusazione accolta di Quattrocchi, è subentrata la giudice Maria Aiello. Ci si poteva aspettare un cambio di rotta, un segnale di discontinuità. Invece no: Aiello rifiuta di sostituire il difensore inattivo.
La motivazione? La denuncia penale contro Di Liberti e la sua comprovata inattività non basterebbero per nominare un nuovo difensore. L’imputata, dice Aiello, potrebbe cercarsene un'avvocato di fiducia.
Un’argomentazione cinica: diversi avvocati hanno già rifiutato l’incarico o hanno dimostrato sin dal primo colloquio di voler impostare la difesa sulla base sbagliata, ignorando le vere violazioni di legge, arrivando perfino a presentare un mandato già predisposto in cui si chiedeva all’imputata di firmare la rinuncia al diritto di impugnazione.
Perché Salvatore Di Liberti deve restare
La risposta è semplice: con un difensore che non difende, il processo rimane sotto controllo.
- Nessuna eccezione
- nessuna strategia
- nessuna prova evidenziata
- nessuna istanza presentata
- nessuna traduzione degli atti
- nessun interprete
Per la Procura coinvolta – che deve anzitutto proteggere le proprie stesse condotte illegittime – è la situazione ideale.
Uno scandalo annunciato
Che la giudice Aiello imponga con la forza la permanenza di un difensore d’ufficio inattivo, quando nulla sarebbe più facile che sostituirlo, dimostra che qui non si difende la legge, ma il sistema.
La domanda è: quanto a lungo si potrà ancora nascondere questo scandalo giudiziario, se i fatti sono ormai evidenti a tutti?
Una cosa è già certa: un procedimento mosso da tre pubblici ministeri direttamente coinvolti, coperto da un giudice ricusato per incompatibilità e oggi gestito da una giudice che nega perfino il minimo – il diritto a un difensore effettivo – non potrà mai essere considerato indipendente.
Questo tribunale non difende la verità. Difende solo se stesso.