Der perfide Trick der Staatsanwaltschaft Termini Imerese Wie ein nie bewiesener Verdacht zur rechtlichen Realität im Fall Evarella wird
Ciò che a prima vista potrebbe sembrare una semplice formalità amministrativa, si rivela, a un esame più attento, come un espediente giuridico altamente problematico e di portata sistemica.
La Procura di Termini Imerese ha lasciato aperto il procedimento originario n. 824/25 per un presunto furto – né definito né archiviato.
Contemporaneamente, le accuse derivate da quei fatti – resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio, lesioni, minacce – sono state scorporate e perseguite separatamente nel procedimento n. 197/25.
Quella che appare come una semplice divisione procedurale è in realtà una frammentazione strategica con un effetto giuridico ben preciso: nel nuovo procedimento viene presupposta tacitamente la legittimità della perquisizione originaria, benché essa non sia mai stata verificata, discussa o valutata da un giudice.
Il sospetto di furto, mai dimostrato, rimane così come un fantasma giuridico e diventa la base implicita per atti di forza statale.
In questo modo, un semplice sospetto – che dagli atti risulta privo di fondamento probatorio – viene trasformato in un presunto motivo di legittimità.
La Procura di Termini Imerese costruisce così una narrazione processuale che si autoimmunizza dal controllo giudiziario.
Nessun tribunale verifica più se la perquisizione fosse legittima: viene semplicemente data per scontata e diventa il terreno su cui fioriscono nuove accuse costruite a posteriori.
Ciò viola non solo il principio di unità del procedimento, ma anche i principi fondamentali dello Stato di diritto: la presunzione d’innocenza viene di fatto rovesciata, l’onere della prova spostato, il controllo giudiziario svuotato.
Il fatto originario resta nebuloso, ma produce effetti giuridici concreti – senza essere mai stato realmente giudicato.
Un manovra subdola, e un chiaro caso di abuso strutturale del diritto al servizio del mantenimento dell’accusa a ogni costo.
